Adenoidectomia e Tonsillectomia: Chirurgia e trattamento
LA CHIRURGIA
CHIRURGIA TRADIZIONALE
Adenoidectomia - Le adenoidi vengono asportate in anestesia generale mediante uno strumento (adenotomo) che, introdotto dalla bocca, "cattura" le adenoidi dietro al palato molle e, dopo averle “agganciate” le "distacca" dalla loro inserzione in rinofaringe. Recentemente sono state proposte tecniche meno invasive come la adenoidectomia con il debrider in visione endoscopica ed il coblator.
Tonsillectomia La tecnica più recente e più idonea per asportare le tonsille è rappresentata dalla tonsillectomia per dissezione in sospensione. Tale tecnica è la più conservativa e la meno traumatica per il paziente poiché consente di separare delicatamente (dissezione) le tonsille dalla loro sede senza "strapparle o lacerarle" come si faceva tempo fa (tecnica di Sluder). Nella tonsillectomia in sospensione si riconoscono tutti i vasi sanguigni della tonsilla che vengono accuratamente coagulati con la pinza bipolare evitando in tal modo fastidiosi punti di sutura.
NUOVE TECNICHE CHIRURGICHE: RADIOFREQUENZA COBLATOR, RISONANZA QUANTICA MOLECOLARE
Tonsillectomia e Adenoidectomia con radiofrequenza coblator
La tecnica è del tutto analoga a quella descritta in precedenza con l’unica, ma sostanziale, differenza che nell’intervento di asportazione delle tonsille si usa la radiofrequenza (coblator).
La tecnica sembra essere vantaggiosa poiché si riducono l'incidenza di fenomeni emorragici post-operatori e la dolorabilità poiché il coblator, rispetto alla dissezione con pinza bipolare, scalda meno i tessuti e quindi crea minori danno termico.
Tonsillectomia con risonanza quantica molecolare
La Risonanza Quantica Molecolare è una tecnologia innovativa che permette di sezionare e coagulare i tessuti molli provocando un danno termico molto inferiore alle altre tecniche.
Una combinazione speciale di diverse frequenze (spettro di alte frequenze quantizzate), da 4Mhz a 16Mhz (4-8-12-16 MHz), permette di ottenere la sezione con una temperatura massima di 45°, grazie ad un effetto di risonanza nei tessuti che rompe i legami molecolari delle cellule ed attiva il processo di denaturazione del fibrinogeno, che si trasforma in fibrina, ottenendo quindi la coagulazione del sangue quasi senza danneggiamento del vaso.
La macchina eroga campi di onde ad alta frequenza che contengono 4, 8, 12 e 16 MHz, con ampiezze decrescenti e frequenze crescenti, fornendo quanti di energia sufficienti a rompere i legami molecolari, con scarso sviluppo di calore, responsabile della maggior parte dei fastidi post-operatori (dolore e gonfiore).
La tecnica sembra essere ancora più vantaggiosa rispetto al coblator. L'incidenza di fenomeni emorragici post-operatori e la dolorabilità possono essere ulteriormente ridotti.
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